Quello del rombo dei motori è probabilmente il suono più elettrizzante per gli appassionati della Formula Uno. Ogni anno il campionato mondiale mette in mostra non solo piloti dalla tecnica innata, ma anche macchine dalla tecnologia avanzata, che ognuno di noi sognerebbe di guidare almeno una volta nella vita. Per progettare certe vetture servono talvolta anni e anni di studi approfonditi. Non sempre le prestazioni si rispettano le aspettative e per ottenere i migliori risultati bisogna stare attenti anche ai minimi dettagli e diventare dei veri perfezionisti. I motori della Formula Uno sono forse tra i più complessi in assoluto. D’altro canto, ogni pista è diversa dall’altra ed è necessario saper calibrare bene alcuni parametri. Ingegneri e meccanici sono infatti costretti a modificare continuamente le automobili, smontandole e rimontandole molteplici volte per trovare quanto prima la configurazione più congeniale.

Ogni scuderia adotta il proprio stile e le proprie idee, ma quando si ha a che fare con computer e calcoli digitali c’è si è tenuti anche a vincolarsi a determinati dettami tecnici. Ad ogni buon conto, l’accordo tra Formula Uno e Lenovo fa sì che la fornitura delle soluzioni tecnologiche sia di massimo livello. I macchinari da sfruttare non riguardano solo le vetture: ci sono oltre tantissime telecamere da sistemare sia sulle auto sia lungo la pista, per non parlare dei vari microfoni. I dati dei progetti vengono elaborati mediante fibra ottica a Londra, dove ha sede la vera e propria regia fisica della Formula Uno: si tratta dell’Event Technical Centre (ETC), dotato di decine di sistemi software realizzati su misura, con più di 1200 core di computer, 4,5 TB di RAM e quasi 150 TB di spazio di archiviazione. Ecco spiegato come facciamo a vedere la Formula Uno. Il lavoro corale è meticolosissimo.

Non sono pochi i particolari che non possono essere assolutamente trascurati. I piloti sono costantemente sottoposti a forze cinetiche quando vanno in accelerazione e come prevedibile sono tantissimi i dati da raccogliere, anche solo per calcolare la distanza che separa in tempo reale una macchina dall’altra. Milioni di dati vengono prodotti da ogni singola vettura in un solo Gran Premio e ogni team dispone di tecnologie metriche e algoritmi proprietari per le proprie valutazioni. Insomma, quella che si viene a creare è anche una gigantesca armonia informatica, dove non è possibile ammettere errori. Già solo il volante presenta una miriade di pulsanti e funzioni. La fibra di carbonio è il materiale più utilizzato per le carrozzerie e viene modellata in tante maniere. Anche l’olio motore ha un ruolo importante, dato che viene analizzato per cercare possibili metalli e studiare eventuali frizioni eccessive.

Un altro problema da non sottovalutare è quello del consumo di energia. Va da sé che il comparto hardware risenta di sforzi importanti, considerando i ritmi elevatissimi delle gare. Proprio grazie a Lenovo ARS, in ogni caso, negli ultimi tempi è stato possibile abbattere alcuni costi, senza andare a discapito della sicurezza, pur di supportare la sostenibilità ambientale. È vero che si parla di professionismo a livelli estremi, ma l’organizzazione deve pur sempre seguire una sua logica.Forse in molti ignorano l’immenso lavoro che c’è dietro ad ogni Gran Premio, ma alla fine sono sempre le abilità dei piloti a incidere sullo spettacolo. La Red Bull dominatrice del Mondiale era data per favorita già inizio stagione dai pronostici e le quote sui vincenti della Formula Uno sorridono ancora una volta a Max Verstappen. Probabilmente la certezza aritmetica del titolo per l’olandese arriverà con largo anticipo rispetto alla fine del calendario, ma non è un dettaglio che sembri infastidire troppo appassionati e tifosi. L’adrenalina che viene restituita da una gara di Formula Uno non ha paragoni. Le emozioni sono garantite, a prescindere da chi vince.

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