La realtà della crisi è evidente anche nel mondo digitale: Microsoft ha annunciato giovedì il taglio di 5000 posti di lavoro nei prossimi 18 mesi, a seguito del calo dei profitti dell’11% nel trimestre ottobredicembre (fino a 4,17 miliardi di dollari). Il gigante del software ha confermato che a portare a questa decisione è stato il deterioramento delle condizioni economiche globali, che hanno comportato un netto calo delle entrate. Il taglio di posti di lavoro per Microsoft Group comporterà una riduzione dei costi di 1,5 miliardi di dollari. La società ha inoltre reso noto di non essere in grado di fornire stime sui profitti e le entrate per il resto dell’anno a causa della volatilità del mercato. «Non c’è dubbio che la realtà che abbiamo di fronte è complessa, difficile, l’anno che verrà metterà in luce i nervi di qualsiasi organizzazione», dice Pietro Scott Jovane, 39 anni, dallo scorso luglio amministratore delegato di Microsoft Italia. «Credo però che ci sia un atteggiamento giusto nell’affrontarla, quello di considerare la crisi come temporanea, non breve o lunga ma temporanea. Non è la fine del mondo, insomma».
Però l’annuncio dei licenziamenti c’è.
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